Quanto tempo rimane in CRIF un prestito rifiutato

Scopri quanto tempo rimane in CRIF in prestito rifiutato e come fare per evitare la situazione.

Cose importanti da sapere:

  1. Un prestito rifiutato rimane segnalato nel sistema CRIF per 30 giorni.
  2. Il rifiuto di un prestito può essere evitato assicurandosi di avere un buon merito creditizio, stabilità lavorativa, e nessuna segnalazione negativa CRIF.
  3. In caso di primo prestito rifiutato, conviene attendere 30 giorni prima di fare una nuova richiesta.

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Se sei alla ricerca di un articolo per scoprire quanto tempo rimane in CRIF un prestito rifiutato, sei nel posto giusto! In questa sede, infatti, approfondiremo la questione nei dettagli tecnici, al fine di darti tutte le informazioni utili al riguardo. Del resto, l’argomento genera ansia e preoccupazioni in chi si è visto negare un prestito. E ha paura che il diniego possa perpetuarsi per molto tempo.

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Quanto tempo rimane in CRIF un prestito rifiutato?

Partiamo subito dicendo che il prestito rifiutato rimane scritto in CRIF per 30 giorni.

Prestito Rifiutato 30 giorni in CRIF, come evitarlo?

Occorre innanzitutto sapere che una banca o una società finanziaria, prima di erogare un prestito, effettua controlli approfonditi al fine di verificare se esistono in primis i requisiti basilari per erogare il prestito richiesto e in secondo luogo, che esistano anche i presupposti per la restituzione della somma, inclusi gli interessi. Infatti, non viene data per scontata la sicura restituzione nonostante all’atto della richiesta un soggetto può chiedere un prestito.

La banca o la società finanziaria analizzano molto attentamente la situazione anche in prospettiva, in base al reddito, altri prestiti da restituire, ecc.

Pertanto, per evitare di incassare un prestito rifiutato, e attendere un minimo di 30 giorni per richiederne un altro ottenendo la liberatoria del prestito rifiutato, occorre valutare:

  1. la propria reale affidabilità del cosiddetto “merito creditizio”, gergo con il quale si intende l’inesistenza di precedenti condizioni di insolvenza o eccessivo indebitamento. Tanto in corso quanto pregresse;
  2. la propria condizione lavorativa al momento del prestito, che deve essere possibilmente certificata con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Infatti, tale condizione è sinonimo di affidabilità e solidità finanziaria;
  3. il proprio reddito e la propria situazione patrimoniale al momento della richiesta, che devono garantire che siamo capaci di rimborsare il prestito;
  4. non bisogna essere segnalati CRIF per protesti o pagamenti in ritardo;
  5. non devono esserci altre richieste in corso presso altri istituti di credito o società finanziarie;
  6. non ci sia già un altro;
  7. la persona che viene proposta come garante (solitamente richiesta quando la situazione reddituale, finanziaria e patrimoniale del richiedente il prestito non sia del tutto soddisfacente) non risulti essere a sua volta un cattivo pagatore. E deve possedere i requisiti di reddito necessari.

Prestito Rifiutato 30 giorni in CRIF per chi non è censito (primo prestito)

Veniamo ora al caso di rifiuto del prestito per persona non ancora censita, quindi dinanzi al primo prestito. Anche in questo caso, malgrado la situazione più favorevole, un prestito rifiutato rimane in CRIF sempre e comunque per 30 giorni. Ciò può accadere in quanto, malgrado il fatto che abbia dimostrato di possedere tutti i requisiti finanziari, di reddito e patrimoniali solitamente richiesti da chi eroga prestiti, non ne ha mai ottenuto uno.

Pertanto, non risultando nei database del CRIF e degli altri archivi preposti, i creditori non hanno informazioni finanziarie necessarie su di lui e quindi gli rifiutano il prestito. La ragione di questa situazione, quasi paradossale, è che le altre banche, gli istituti di credito o le società finanziarie, devono avere a disposizione le informazioni complete per verificare la situazione creditizia di un cittadino che, in precedenza, ha ottenuto un prestito.

Dunque, la mancanza di queste informazioni fa sì che essi non possano valutare al meglio l’affidabilità finanziaria del richiedente. Inoltre, occorre sapere che, anche se dopo 30 giorni il prestito rifiutato viene cancellato dal CRIF, non è scontato che lo stesso soggetto possa ottenerlo con una nuova richiesta.

Insomma, la ratio di questo meccanismo trova le sue radici nel fatto che le società finanziarie e le banche non vogliono rischiare di concedere un prestito a soggetti considerati finanziariamente “sconosciuti” sempre per lo stesso scopo: non incappare in inadempimenti da parte del debitore. Il richiedente “sconosciuto” viene insomma equiparato all’inadempiente.

Cosa deve fare quindi una persona che non ha mai ottenuto un prestito in caso di rifiuto e quindi di inserimento nell’archivio CRIF?

Chi vuole un prestito per segnalato crif deve attendere i fatidici 30 giorni senza fare altri tentativi, che sarebbero inutili, per poi chiedere l’aiuto di un garante, cioè di una persona appunto che garantisca per lui avendo a sua volta tutti i requisiti necessari (oltre alla situazione economica complessiva, anche il fatto di non aver garantito per altri debitori in misura eccessiva rispetto alle proprie possibilità).

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Un’altra opzione da percorrere, se il proprio reddito lo consente, è quella di chiedere la cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Come dice il nome stesso, restituirà la somma richiesta nella misura di un quinto del proprio reddito. Ma deve trattarsi di un reddito stabile e fisso, come una pensione o un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Oltre che, ovviamente, di un importo sufficiente affinché la sottrazione del quinto non comporti uno stato di povertà (la legge prevede dei parametri precisi).

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